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La città antica di Sibari: tra leggenda e storia

Indice

La città antica di Sibari, situata nella regione della Calabria in Italia, è un luogo ricco di storia e fascino. Fondata dai coloni greci nel VII secolo a.C., Sibari divenne presto un importante centro commerciale e culturale della Magna Grecia. Tuttavia, la città ebbe una storia tormentata, segnata da conflitti interni e invasioni straniere. Oggi, i resti archeologici di Sibari sono una testimonianza della grandezza passata di questa antica città.

Storia di Sibari

La leggenda vuole che Sibari sia stata fondata da un principe troiano di nome Mermes. Secondo la tradizione, Mermes fuggì dalla sua patria alla fine della guerra di Troia e approdò sulle coste della Calabria, dove decise di stabilire una nuova città. Il nome “Sibari” deriverebbe da “Sibar”, il nome del cavallo che portò Mermes in salvo.

Tuttavia, la storia ufficiale di Sibari inizia con la sua fondazione da parte di coloni greci provenienti dalla città di Achaea nel 720 a.C. La città crebbe rapidamente grazie alla sua posizione strategica lungo la costa occidentale della Calabria e alla presenza di un fiorente porto commerciale.

Le testimonianze archeologiche rivelano che Sibari era una città ricca e fiorente. Le case erano costruite con materiali di pregio, come marmo e terracotta, e le strade erano ampie e ben tenute. La città era famosa per i suoi allevamenti di cavalli e per la produzione di ceramiche e tessuti di alta qualità.

I conflitti e le invasioni

Tuttavia, la grandezza di Sibari attirò anche l’attenzione dei suoi nemici. Nel VI secolo a.C., la città fu coinvolta in una serie di conflitti interni che indebolirono la sua autorità e la resero vulnerabile agli attacchi esterni. Nel 510 a.C., Sibari fu conquistata dai Crotoniati, i suoi acerrimi nemici, che distrussero la città e deportarono la popolazione in schiavitù.

Dopo la conquista da parte dei Crotoniati, Sibari cadde in rovina e fu abbandonata per secoli. Nel corso dei secoli, la città fu occupata da vari popoli, tra cui i Romani, i Bizantini e gli Arabi. Tuttavia, nessuno di loro riuscì a ridare a Sibari la sua antica gloria.

La scoperta archeologica

La città antica di Sibari fu riscoperta dagli archeologi alla fine del XIX secolo. I primi scavi portarono alla luce i resti di templi, agorà, case e mosaici che testimoniano la ricchezza e la bellezza della città. Gli scavi archeologici hanno permesso agli studiosi di ricostruire la storia di Sibari e di comprendere meglio la sua importanza nel contesto della Magna Grecia.

Oggi, i resti archeologici di Sibari sono visitabili dai turisti e appassionati di storia. Il parco archeologico di Sibari ospita un museo che espone i reperti più significativi trovati durante gli scavi, tra cui statue, gioielli e manufatti di vario genere.

Conclusioni

La città antica di Sibari è un luogo affascinante che unisce mito e storia. Fondata dai coloni greci nel VII secolo a.C., Sibari fu una delle città più importanti della Magna Grecia, ma la sua grandezza fu presto offuscata dai conflitti interni e dalle invasioni straniere. Oggi, i resti archeologici di Sibari sono una testimonianza della sua grandezza passata e un’occasione unica per immergersi nella storia di questa affascinante città.

Domande frequenti su Sibari

Qual è il significato del nome “Sibari”?

Il nome “Sibari” deriverebbe da “Sibar”, il nome del cavallo che portò il principe troiano Mermes in salvo e che secondo la leggenda fu alla base della fondazione della città.

Cosa resse la grandezza di Sibari?

La città di Sibari prosperò grazie alla sua posizione strategica lungo la costa e al fiorente porto commerciale. La presenza di ricchi allevamenti di cavalli e di industrie artigianali contribuì ulteriormente alla sua grandezza e prosperità.

Come posso visitare il parco archeologico di Sibari?

Il parco archeologico di Sibari è aperto al pubblico e è facilmente raggiungibile in auto o in autobus. Gli orari di apertura variano a seconda della stagione, è consigliabile controllare il sito ufficiale per avere le informazioni aggiornate.

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